La paura di volare e i suoi effetti, un espediente dagli spunti interessanti per una commedia degna di nota, tanto che il regista di origini finlandesi Hafsteinn Gunnar Sigurðsson ha pensato bene di sfruttarlo all’interno del suo Non volere volare, film corale con protagonista un pungo di persone affette proprio dalla fobia del volo.
Loro sono Sarah (Lydia Leonard), Edward (Timothy Spall), Charles (Simon Manyonda), Coco (Ella Rumpf) e Alfons (Sverrir Gudnason), affetti da aerofobia e che frequentano un corso che li aiuti a superare proprio tale paura.
L’ultimo esame del corso prevede un viaggio in aereo, una andata e ritorno verso l’Islanda che li mette a dura prova quando si trovano tra le nuvole, nel bel mezzo del cielo. Ma, una volta atterrati, si trovano faccia a faccia con un altro aspetto delle loro vite, destinate ad andare incontro a determinati cambiamenti esistenziali dovuti proprio a questa nuova esperienza. Un’esperienza che li riporta indietro diversi e arricchiti di nuove qualità personali.
Ispirandosi ad un fatto personale, con Non volere volare Sigurðsson realizza un piccolo piacevole film pregno di leggera ironia, mettendo in scena una risibile fobia di gruppo che diviene al contempo una sorta di espediente per ridere dei propri limiti umani.
Un titolo che, tra le righe della sua spiritosa trama, parla di come potersi migliorare affrontando determinate barriere emotive quali la paura in sé.
Non volere volare fa questo trascinandoci dentro attraverso la travolgente presenza dei suoi cinque personaggi principali, caratteri uno diverso dall’altro ma che, nel profondo, rivelano più di un elemento in comune.
Il tutto nel mezzo delle lande islandesi, luoghi innevati e bianchi che fanno da sfondo ai battibecchi e agli scambi di battute tra gli interpreti Leonard, Spall, Manyonda, Rumpf e Gudnason. Interpreti più che affiatati, ognuno in parte grazie alle riuscite caratterizzazioni.
Chi donna insicura e chi scrittore di successo, chi influencer di grande fama e chi ottimista per scelta, poggiano a dovere sulla leggera ironia di Non volere volare, dal simpatico script steso a sei mani dal regista stesso insieme a Tobias Munthe e Halldór Laxness Halldörsson.
Un’opera caratterizzata dal sottile desiderio di graffiare e di fare il punto su una certa società odierna, senza celare un incitamento a gridare una voglia di vivere che non dobbiamo perdere, perché farsi soffocare dai propri limiti non aiuta mai a capire chi veramente siamo e cosa siamo destinati ad essere.
Non volere volare, quindi, con molta intelligenza trasmette questo indispensabile messaggio e, come ogni buona commedia che si rispetti, sollazza a dovere strappando numerosi sorrisi nel corso della sua piacevole visione.
Edito in dvd da Mustang Entertainment, in collaborazione con Eagle Pictures.
Lascia un commento