Finalmente disponibile su tutte le piattaforme digitali “Mondo”, il primo EP di 4Grigio. Il progetto è anticipato dal singolo “Aiuta il Mondo” e dai precedenti quattro singoli usciti nel corso del 2024.
Sette canzoni autoprodotte che esplorano una varietà di temi differenti come l’amore, la nostalgia, il passare del tempo e il cambiamento climatico.
Ecco cosa ci ha racconta 4Grigio sul suo EP!
Cosa ti ha ispirato a scegliere il nome “Mondo” per il tuo primo EP?
Le prime tre canzoni che ho scritto per l’album contenevano la parola “Mondo” nel testo, una pura coincidenza. Mi piaceva l’idea di aggiungere la stessa parola anche alle canzoni che ho scritto successivamente, e quindi ho poi deciso di chiamare l’album nello stesso modo.
Hai composto tutte le canzoni nel salotto di casa. Qual è stato il processo di scrittura e produzione dei brani?
Ho scritto i testi durante le mie passeggiate lungo il fiume Hudson, a New York City. La parte musicale è invece nata nel mio salotto, dove ho una tastiera e un computer. Dalla scrittura alla produzione il passo è stato breve: volevo che l’album fosse un lavoro personale, così ho deciso di occuparmi di tutto il processo creativo. Inizialmente, non avevo messo in conto di autoprodurre un intero album. Avevo scritto un paio di canzoni (“E guardo il cielo”, “Quando la sera arriverà”) che ho poi arrangiato; subito dopo ne sono nate di nuove. A qualche mese di distanza, mi sono accorto di avere abbastanza materiale per mettere insieme almeno un EP, e ho cominciato a lavorare con quell’obiettivo in testa.
Quali sono state le sfide più grandi che hai affrontato durante la creazione di “Mondo”?
Avendo prodotto l’EP per conto mio, ho dovuto acquisire molto velocemente delle competenze che non avevo: dalla scelta dell’attrezzatura musicale da usare, fino al processo di produzione di un brano. Possedevo abilità nella parte creativa, ma ho dovuto colmare delle lacune negli aspetti più tecnici. È stata però una bellissima esperienza, dalla quale ho imparato davvero molto.
“Quando la sera arriverà” è una canzone crepuscolare e onirica. Come hai costruito l’atmosfera di questo brano?
Sono andato a ricercare ballad elettroniche anni ’80, che hanno quella componente atmosferica molto caratteristica dell’epoca. Il modo in cui i brani venivano prodotti, dall’uso di pad, agli accordi lunghi, agli elementi sonori ricchi di riverberi, creava un mood etereo che mi ha sempre affascinato. Volevo catturare quella stessa magia, per convogliare una sensazione di perdita accentuata dalle ore serali, quando la giornata lavorativa si conclude, si ritorna a casa, e il ritmo della vita rallenta gradualmente—facendo posto a pensieri a volte malinconici.
Hai lavorato da solo per questo EP, ma ci sono artisti o produttori con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
Ci sono senz’altro delle persone con le quali mi piacerebbe collaborare. Mi sto muovendo in questo senso, quindi preferisco non anticipare nulla.
Quali artisti hanno maggiormente influenzato il tuo stile musicale?
Più che artisti specifici, citerei periodi: la mia musica è un mix di cantautorato italiano anni ’90 e musica pop americana contemporanea—che risente fortemente delle sonorità anni ’80. Unire la leggerezza del pop con testi di significato ha creato una miscela interessante, con degli spunti originali.
Puoi raccontarci un aneddoto particolare accaduto durante la registrazione di una delle canzoni?
I miei due gatti hanno l’abitudine di camminare sulla tastiera del computer. Ogni tanto, mentre cantavo la parte vocale delle mie canzoni, interrompevano la registrazione. Cose che succedono quando si registra un album in casa.
Hai altre passioni o hobby che influenzano la tua musica?
Ho un background nella visual communication, particolarmente nel design e nella produzione video. Questo mi ha permesso di creare tutti i contenuti visivi legati al progetto: mio è il servizio fotografico, le copertine di singoli ed EP, le immagini usate sui social. Ho anche filmato ed editato tutti i music video dei singoli.
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